Nonostante i risultati promettenti ottenuti in studi a breve termine, l'effetto a lungo termine del consumo abituale di frutta e verdura sulla pressione arteriosa rimane incerto.
È stata quindi valutata l'associazione tra assunzione basale di frutta e verdura e rischio di ipertensione in un'ampia coorte di donne di mezza età e più anziane.
È stata condotta una analisi tra 28.082 operatori sanitari statunitensi di sesso femminile di età uguale o superiore a 39 anni, privi di malattie cardiovascolari, cancro e ipertensione al basale.
L'assunzione basale di frutta e verdura è stata valutata utilizzando questionari semiquantitativi di frequenza alimentare ( FFQ ).
L’ipertensione incidente è stata rilevata da questionari di follow-up annuali.
Durante i 12.9 anni di follow-up, 13.633 donne hanno sviluppato ipertensione incidente.
Dopo aggiustamento di base che ha compreso età, etnia e assunzione di energia totale, l'hazard ratio ( HR ) di ipertensione è stato pari a 0.97, 0.93, 0.89 e 0.86 confrontando le donne che hanno consumato tra 2 e meno di 4 porzioni al giorno di frutta e verdura in totale, tra 4 e meno di 6, tra 6 e meno di 8, e 8 o più, con quelle che ne hanno consumato meno di 2 porzioni al giorno.
Queste associazioni non sono mutate dopo aggiustamento addizionale per i fattori di stile di vita, ma si sono attenuate dopo ulteriori aggiustamenti per altri fattori dietetici.
Quando frutta e verdura sono state analizzate separatamente, una maggiore assunzione di tutta la frutta, ma non di tutte le verdure, è rimasta significativamente associata a un rischio di ipertensione ridotto dopo aggiustamento per i fattori di stile di vita e dieta.
L'aggiunta dell’indice di massa corporea ( BMI ) ai modelli ha eliminato tutte le associazioni.
In conclusione, una maggiore assunzione di frutta e verdura come parte di un modello alimentare sano può fornire un modesto effetto benefico nella prevenzione dell'ipertensione, probabilmente attraverso il miglioramento della regolazione del peso corporeo. ( Xagena2012 )
Wang Lu et al, Am J Hypertens 2012; 25: 180-189
Cardio2012 Endo2012