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Denervazione renale percutanea in pazienti con ipertensione resistente al trattamento


La denervazione renale con ablazione a radiofrequenza riduce in modo sostanziale la pressione sanguigna in pazienti con ipertensione resistente al trattamento.

Uno studio ha valutato sul lungo periodo gli effetti anti-ipertensivi e la sicurezza.

Nello studio in aperto Symplicity HTN-1 sono stati arruolati 153 pazienti, 111 dei quali sono stati seguiti per 36 mesi.

I pazienti eleggibili avevano pressione sistolica di almeno 160 mmHg ed erano in trattamento con almeno 3 farmaci antipertensivi, incluso un diuretico, alle dosi ottimali.

I cambiamenti nella pressione sistolica misurata in ambulatorio e la sicurezza sono stati valutati ogni 6 mesi e riportati ogni 12 mesi.

A 36 mesi, erano disponibili dati completi per 88 pazienti.

Al basale l’età media era 57 anni, 37 ( 42% ) pazienti erano donne, 25 ( 28% ) avevano diabete mellito di tipo 2, la velocità media stimata di filtrazione glomerulare era 85 mL/min per 1.73 m2, e la pressione sanguigna media pari a 175/98 mmHg.

A 36 mesi sono stati osservati cambiamenti significativi nella pressione sistolica ( -32.0 mmHg ) e in quella diastolica ( -14.4 mmHg ).

Riduzioni di 10 mmHg o maggiori nella pressione sistolica sono state osservate nel 69% dei pazienti a 1 mese, nel 81% a 6 mesi, nel 85% a 12 mesi, nel 83% a 24 mesi e nel 93% a 36 mesi.

Durante il follow-up si sono verificati una nuova stenosi renale arteriosa che ha richiesto il posizionamento di stent e 3 decessi non-correlati alla denervazione renale.

In conclusione, i cambiamenti nella pressione sanguigna dopo denervazione renale persistono nel lungo periodo in pazienti con ipertensione resistente al trattamento, con una buona sicurezza. ( Xagena2014 )

Krum H et al, Lancet 2014; 383: 622-629

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