Studi osservazionali hanno riportato un’associazione inversa tra assunzione alimentare di proteine e pressione sanguigna.
Uno studio ha confrontato l’effetto delle proteine della soia, proteine del latte e supplementazione di carboidrati sulla pressione sanguigna in adulti sani.
Lo studio randomizzato, in doppio cieco e di crossover con 3 fasi di intervento, ha coinvolto 352 adulti statunitensi con pre-ipertensione o ipertensione di stadio 1 nel periodo 2003-2008.
I partecipanti allo studio sono stati assegnati in maniera casuale a 40 g/die di supplementazione con proteine della soia, proteine del latte o carboidrati, ciascuna per 8 settimane in ordine casuale.
Tra gli interventi è stato implementato un periodo di wash-out di 3 settimane.
Sono stati misurati tre valori di pressione sanguigna: alle due visite al basale e al termine durante ciascuna delle 3 fasi di intervento con uno sfigmomanometro random-zero.
Rispetto ai controlli con supplementazione a base di carboidrati, le supplementazioni con proteine della soia e del latte sono risultate significativamente associate a cambiamenti netti di -2.0 mmHg ( P=0.002 ) e -2.3 mmHg ( P=0.0007 ) nella pressione sistolica, rispettivamente.
Anche la pressione diastolica è risultata ridotta, ma questo cambiamento non ha raggiunto la significatività statistica.
Non sono state osservate differenze significative nelle riduzioni di pressione sanguigna tra supplementazione con proteine della soia o del latte.
In conclusione, i risultati di questo studio randomizzato e controllato hanno indicato che sia l’assunzione di proteine della soia sia quelle del latte riducono la pressione sistolica rispetto a quella di carboidrati raffinati ad alto indice glicemico tra pazienti con pre-ipertensione e ipertensione di stadio 1.
Inoltre, questi dati hanno suggerito che sostituire parzialmente i carboidrati con proteine della soia o del latte potrebbe essere un’importante componente delle strategie di intervento nutrizionale per la prevenzione e il trattamento dell’ipertensione. ( Xagena2011 )
He J et al, Circulation 2011;124: 589-595
Cardio2011 Endo2011