L'ipertensione nei pazienti di età superiore a 65 anni dovrebbe essere gestita in modo aggressivo al fine di ridurre morbilità e mortalità cardiovascolari, secondo un nuovo Expert Consensus.
Il documento, sviluppato da American College of Cardiology ( ACC ) e da American Heart Association ( AHA ), è stato pubblicato contemporaneamente su Circulation, Journal of the American College of Cardiology ( JACC ), Journal of the American Society of Hypertension ( JASH ), Journal of Clinical Hypertension ( JCH ), e Journal of Geriatric Cardiology ( JGC ).
L'ipertensione negli anziani è tanto diffusa quanto poco trattata. Ci sono diverse ragioni per questo fatto: i medici potrebbero considerare l'ipertensione come una parte naturale dell’invecchiamento; potrebbero essere preoccupati in merito alla sicurezza di abbassare la pressione sanguigna nelle persone anziane; le sperimentazioni cliniche tradizionalmente escludono i pazienti anziani.
Recentemente, tuttavia, parecchi studi sull’ipertensione hanno incluso coorti di pazienti anziani e si è scoperto che l'impatto del trattamento antipertensivo sugli esiti clinici è stato simile a prescindere dall'età dei pazienti.
Inoltre, il principale studio sull’ipertensione nelle persone molto anziane ( studio HYVET ) ha dimostrato che il trattamento con Indapamide a rilascio prolungato, con o senza Perindopril, ha significativamente ridotto l’ictus, l’insufficienza cardiaca e la mortalità per qualsiasi causa nei pazienti di 80 anni e più.
Sulla base dei nuovi elementi di prova, il documento dell’Expert Consensus raccomanda una pressione sanguigna target inferiore a 140/90 mmHg per la fascia di età compresa tra 65 e 79 anni di età e una pressione arteriosa sistolica target di 140-145 mmHg nei pazienti di 80 anni e oltre.
Contemporaneamente, un obiettivo più basso è raccomandato nei pazienti anziani con diabete mellito, malattie renali, e/o malattia coronarica.
Nel documento si afferma che i farmaci antipertensivi da preferire sono i diuretici tiazidici a basse dosi, calcioantagonisti e bloccanti del sistema renina-angiotensina-aldosterone, ma si devono considerare i farmaci concomitanti nella scelta delle terapie in molti pazienti anziani.
Viene raccomandato di iniziare il trattamento con la dose minima di un singolo farmaco, aumentando gradualmente la dose in base alla risposta.
Se la monoterapia non riuscisse a raggiungere il livello pressorio desiderato, dovrebbe essere aggiunto un secondo farmaco di un'altra classe.
Il primo o il secondo farmaco prescritto dovrebbe essere sempre un diuretico.
Nei pazienti che hanno una risposta non-ottimale alla terapia antipertensiva, il documento raccomanda che i medici esplorino le possibili cause di questo fatto, come la non-compliance, il sovraccarico di volume e le interazioni farmacologiche.
Viene sottolineata anche l'importanza di approcci non-farmacologici per la riduzione della pressione del sangue, simili a quelli raccomandati per pazienti più giovani. ( Xagena2011 )
Fonte: Circulation, 2011
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