La relazione tra pressione arteriosa al momento del ricovero per ictus ischemico acuto e l'esito è controversa.
Si è valutato se la sola pressione sistolica, la sola pressione diastolica, entrambe o nessuna, siano in grado di predire l’esito e se queste associazioni differiscano tra i pazienti con e senza una storia di ipertensione.
Sono stati studiati in modo prospettico tutti i pazienti ricoverati con ictus ischemico acuto ( n=415; 39.5% maschi, età 78.8 anni ).
La gravità dell’ictus è stata valutata al momento del ricovero mediante la scala NIHSS ( National Institutes of Health Stroke Scale ).
L’esito è stato valutato con la dipendenza al momento della dimissione ( scala Rankin modificata tra 2 e 5 ) e la mortalità in ospedale.
Nella popolazione totale dello studio, i predittori indipendenti di dipendenza alla dimissione erano età, storia di un precedente ictus ischemico, e punteggio NIHSS al momento del ricovero.
I predittori indipendenti di mortalità in ospedale erano pressione diastolica al momento del ricovero e punteggio NIHSS al momento del ricovero.
Nei pazienti con una storia di ipertensione ( n=343 ), i predittori indipendenti di dipendenza alla dimissione erano l'età e il punteggio alla scala NIHSS al momento del ricovero, mentre i predittori indipendenti di mortalità in ospedale erano pressione diastolica al momento del ricovero e punteggio NIHSS al momento del ricovero.
Nei pazienti senza una storia di ipertensione ( n=72 ), l'unico predittore indipendente di dipendenza alla dimissione e mortalità in ospedale è stato il punteggio NIHSS al momento del ricovero.
In conclusione, una più elevata pressione arteriosa diastolica al momento del ricovero in ospedale è in grado di predire la mortalità nei pazienti con ictus ischemico acuto, mentre in fase acuta non è associata a esiti a breve termine.
Il rapporto tra pressione diastolica al momento del ricovero e l'esito sembra essere prevalente nei pazienti ipertesi. ( Xagena2015 )
Tziomalos K et al, Am J Hypertens 2015; 28: 765-771
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