Sebbene gli inibitori della tirosinchinasi di Bruton ( BTKi ) siano generalmente ben tollerati e meno tossici delle alternative chemioterapiche utilizzate per trattare le neoplasie linfoidi, gli inibitori della tirosinchinasi di Bruton come l'Ibrutinib ( Imbruvica ) hanno il potenziale di causare ipertensione nuova o in peggioramento.
Si sa poco sul trattamento ottimale dell'ipertensione associata a inibitori della tirosin-chinasi di Bruton. Pazienti selezionati casualmente con neoplasie linfoidi in cura con inibitori della tirosinchinasi di Bruton e farmaci antipertensivi e con almeno 3 mesi di dati di follow-up sono stati suddivisi in due gruppi: quelli diagnosticati con ipertensione prima dell'inizio della terapia con inibitori della tirosinchinasi di Bruton ( ipertensione pregressa ) e quelli diagnosticati con ipertensione dopo l'inizio della terapia con inibitori della tirosina chinasi di Bruton ( ipertensione de novo ).
Le equazioni di stima generalizzate hanno valutato le associazioni tra pressioni arteriose medie variabili nel tempo ( MAP ) e singole categorie di farmaci anti- ipertensione.
Dei 196 pazienti inclusi nello studio, 118 avevano ipertensione pregressa e 78 avevano sviluppato ipertensione de novo.
Sono state osservate riduzioni medie statisticamente significative della pressione arteriosa media nei pazienti con ipertensione pregressa che assumevano beta-bloccanti con Idroclorotiazide, ( -5.05 mm Hg; P=0.047 ) e nei pazienti con diagnosi di ipertensione de novo che assumevano un inibitore dell'enzima di conversione dell'angiotensina ( ACEi ) o un bloccante del recettore dell'angiotensina ( ARB ) con Idroclorotiazide ( -5.47 mm Hg; P=0.05 ).
Questi regimi erano inoltre correlati con le percentuali maggiori di pressioni arteriose medie normotensive.
Il trattamento dell'ipertensione nei pazienti che assumevano un inibitore della tirosina chinasi di Bruton è impegnativo e potrebbe richiedere più antipertensivi.
I pazienti con ipertensione pregressa sembrano trarre beneficio da regimi di combinazione con beta-bloccanti e Idroclorotiazide, mentre i pazienti con ipertensione de novo sembrano trarre beneficio da inibitori dell'enzima di conversione dell'angiotensina / bloccanti del recettore dell'angiotensina con Idroclorotiazide. Questi risultati dovrebbero essere confermati in studi prospettici. ( Xagena2024 )
Samples L et al, Blood Adv 2024; 8: 2085-2093
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